Test DNA Antiage

Un pannello di test all’avanguardia che, sulla base del patrimonio genetico, permette di ottenere informazioni specifiche e mirate per trattamento dietetico ed estetico, al fine di rallentare al massimo gli effetti dell’invecchiamento fisiologico cellulare che si riflette poi a livello esteriore.

Dallo studio di specifici geni che hanno la funzione di proteggere le nostre cellule da agenti ossidanti e infiammatori nasce un pannello dedicato alla prevenzione ed al rallentamento dei processi in grado di danneggiare profondamente i tessuti.

Questo approccio permette un intervento mirato in termini di anti-invecchiamento: dopo avere eseguito lo screening genetico sarà infatti possibile agire sia dal punto di vista nutrizionale con un piano alimentare personalizzato al proprio DNA, che rallenti i processi di invecchiamento fisiologico, sia affiancando una opportuna integrazione ed eventuali trattamenti specifici e mirati.

Perché invecchiare bene vuol dire regolare il proprio benessere psicofisico.

Attraverso l’analisi di una serie di polimorfismi viene analizzata la predisposizione a stress ossidativo e stato infiammatorio generalizzato, i quali causano perdita dell’equilibrio fisiologico che si traduce con la comparsa precoce dei segni del tempo e di inestetismi cutanei.

Vengono indagate la tendenza all’adiposità localizzata con conseguente aumento del rischio di obesità e sindrome metabolica, la sensibilità al sole correlata ad aumento del processo di foto invecchiamento, la capacità della cute di mantenere una adeguata elasticità e l’idratazione.

Il test analizza inoltre polimorfismi che alterano la regolazione del metabolismo della vitamina D e dell’acido folico, due componenti essenziali nei processi di invecchiamento.

Un pannello di test per indagare l’invecchiamento fisiologico cellulare e contrastare gli effetti del tempo.

COLLAGENE Tipo1 α1 e METALLOPROTEINASI

Polimorfismi analizzati:

  • COL1A1
  • MMP1

La maggior parte dei cambiamenti che si verificano con l’avanzare dell’età nella pelle colpiscono il derma.

Quest’ultimo è uno dei tre strati che costituiscono la pelle e svolge un ruolo fondamentale di sostegno ma anche di nutrimento della sovrastante epidermide per la presenza al suo interno di vasi sanguigni e linfatici.

Una importante causa della perdita dello spessore e della riduzione dell’elasticità cutanea è dovuta ad un rallentamento della sintesi di collagene da parte dei fibroblasti dermici che risente di diversi fattori tra cui l’infiammazione, lo stress ossidativo ma anche i livelli ormonali.

La riduzione dei livelli di estrogeni, che si osserva in donne nel periodo post-menopausa, per esempio, determina una forte riduzione di sintesi di collagene.

Due fondamentali geni associati alla comparsa di alterazioni della matrice extracellulare dermica, che portano alla perdita delle proprietà strutturali ed elastiche della pelle, sono COL1A1 e MMP1.

ACQUAPORINA 3

Polimorfismi analizzati:

  • AQP3

AQP3 appartiene alla famiglia delle acquaporine, proteine canale che facilitano il flusso delle molecole d’acqua all’interno o all’esterno delle cellule di specifici tessuti.

In particolare AQP3 è molto abbondante a livello epidermico.

Nella pelle media gli scambi idrici tra le cellule dello strato basale e quelle degli strati superiori. sono stati identificati diversi polimorfismi nel gene che codifica per AQP3, in particolare nella regione del promotore, e sono direttamente associati a ridotta capacità d’idratazione della pelle.

FILAGGRINA

Polimorfismi analizzati:

  • FLG

Polimorfismi del gene della filaggrina possono causare alterazioni nella composizione della barriera cutanea.

Oltre infatti a indurre una riduzione dei livelli d’idratazione, permettono l’entrata di allergeni, antigeni, sostanze chimiche e ambientali che, stimolando il sistema immunitario, inducono l’attivazione di processi infiammatori locali.

Polimorfismi a carico di questo gene si associano ad un aumento del rischio di sviluppare dermatiti da contatto e atopiche e ad una maggiore sensibilità al nichel.

STRESS OSSIDATIVO

Polimorfismi analizzati:

  • SOD3
  • NQO1

La teoria più diffusa sulla fisiopatologia dell’invecchiamento parte dall’osservazione che le cellule dell’organismo sono danneggiate dall’eccessiva produzione di radicali liberi che si verifica per esempio nel foto-invecchiamento e dalla diminuzione dell’attività dei sistemi antiossidanti che si verifica durante il crono-invecchiamento, conducendo ad un eccesso di reazioni tossiche dannose per la cellula.

Il gene NQO1 svolge la sua azione generando chinoni, tra i quali il Coenzima Q10, contribuendo, così, a mantenere le funzioni antiossidanti di queste molecole.

È stato dimostrato che la perdita di funzione o una ridotta attività di NQO1 determina l’assottigliamento precoce dell’epidermide e alterazioni della pigmentazione, entrambi effetti riconducibili anche ai processi d’invecchiamento.

Le superossido dismutasi (SOD) costituiscono una classe di metalloproteine ad azione antiossidante, utilizzate come sistema di difesa contro la tossicità derivante dai radicali liberi.

STATO INFIAMMATORIO GENERALIZZATO

Polimorfismi analizzati:

  • TNFα

Gli effetti dei che i raggi UV producono sulla pelle umana, sono ben noti.

Lo stato d’infiammazione cronica, che viene a instaurarsi a livello dermico ed epidermico, ha come effetto finale la completa disgregazione del tessuto e quindi la comparsa dei segni del tempo tipici del foto-invecchiamento. Un ruolo chiave in questo processo è svolto dal fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α).

La sovraespressione del TNF-α da parte dei cheratinociti e fibroblasti dermici è infatti un meccanismo di risposta precoce all’irraggiamento con UVB e rappresenta un punto chiave nell’attivazione della cascata infiammatoria a carico della pelle.

L’attivazione di uno stato infiammatorio cronico determina come effetto finale la perdita dell’equilibrio fisiologico che si traduce nella comparsa precoce dei segni del tempo e di inestetismi cutanei come la cellulite.

RECETTORE DELLA MELANOCORTINA 1

Polimorfismi analizzati:

  • MC1R

L’ormone melanotropo (MSH- Melanocyte Stimulating Hormone) è un ormone prodotto nella parte intermedia dell’ipofisi che agisce sui melanociti cutanei, inducendo la sintesi della melanina e della pigmentazione cutanea, influenzandone l’attività.

Sono finora stati identificati cinque recettori sui quali agisce l’MSH (MC1R – MC5R) i quali sono espressi in tessuti diversi ed espletano funzioni diverse.

Gli effetti del legame dell’MSH con il recettore MC1R, espresso normalmente sui melanociti porta all’attivazione di una via di segnalazione intracellulare che coinvolge il calcio come secondo messaggero provocando la sintesi di melanina da parte dei melanociti in risposta ai raggi UVA.

Oltre ai melanociti MC1R è espresso in altri tessuti come le ghiandole cutanee, il follicolo pilifero, il testicolo, l’ipofisi e nelle cellule con processi infiammatori in atto.

Numerosi studi evidenziano il ruolo chiave che il gene codificante per MC1R svolge nella foto- invecchiamento.

Polimorfismi presenti su questo gene sono fattori che aggravano in modo severo il processo d’invecchiamento indotto dalla radiazione solare.

METABOLISMO DELLA VITAMINA D

Polimorfismi analizzati:

  • VDR – FokI
  • VDR – BsmI
  • VDR – TaqI

Tra gli innumerevoli ruoli nel funzionamento dell’organismo, VDR regola anche due processi centrali nella pelle: il differenziamento epidermico e il ricambio delle cellule del follicolo pilifero.

La presenza di polimorfismi che portano a una parziale perdita di funzione del recettore predispone maggiormente allo sviluppo di patologie della pelle associate all’iperproliferazione.

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METABOLISMO DELL’ACIDO FOLICO

Polimorfismi analizzati:

  • MTHFR (C677T)

Livelli non adeguati di acido folico plasmatico non si traducono solo in fattore di rischio per la salute in età fertile, ma incidono profondamente sulla percentuale di rischio di patologie cardiovascolari.

Tale polimorfismo, comportando una riduzione dell’attività enzimatica della MTHFR di circa il 50%, sembrerebbe essere una delle cause più importanti dell’aumento dei livelli sierici di omocisteina che influenza l’insorgenza di tutti i disturbi legati all’invecchiamento.

FATTORE DI TRASCRIZIONE AP-2beta

Polimorfismi analizzati:

  • TFAP2B

Il tessuto adiposo rappresenta un tessuto di derivazione connettivale caratterizzato da un alto metabolismo a livello del quale è immagazzinato grasso che può svolgere diverse funzioni nel nostro organismo.

Il gene TFAP2B codifica per una proteina particolarmente espressa nel tessuto adiposo e la cui sovraespressione determina un accumulo maggiore di acidi grassi negli adipociti con una conseguente ipertrofia del tessuto adiposo.

A livello molecolare, la sovraespressione di AP-2β, determina la diminuzione dell’espressione e secrezione di alcune adipochine come l’adiponectina e la leptina e un concomitante aumento dei livelli d’interleuchina-6, e TNFα e quindi un aumento dello stato infiammatorio.

Alterazioni nei livelli di espressione di TFAP2B, a causa della presenza del polimorfismo sono correlati significativamente ad elevati valori di BMI e alla predisposizione all’obesità

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